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Glicemia alta, cause principali, sintomi della iperglicemia, cosa fare per abbassare, dieta consigliata, cosa mangiare per glicemia alta, quali cibi evitare.

I problemi correlati all'aumento della glicemia sono molteplici al giorno d'oggi e gran parte delle risorse impiegate dalla medicina moderna sono utilizzate verso la cura e la prevenzione di queste patologie di origine metabolica.

Glicemia: cos’è?

La glicemia rappresenta il livello di glucosio rilevato nel torrente circolatorio.
I livelli glicemici sono piuttosto stabili di norma, non superando, a digiuno, valori superiori a 110 mg/dl di sangue.

Al di sopra di tali valori si parla di iperglicemia, mentre al di sotto di valori di 40 mg/dl si parla invece di ipoglicemia.


Come il nostro corpo controlla la glicemia: insulina e glucagone

All'interno dei nostri vasi sanguigni, sono disposti diversi chemiocettori, in grado di captare il livelli di glicemia e mantenere il Sistema Nervoso sempre aggiornato.

Quando i livelli si abbassano o si innalzano più del normale, viene stimolato il pancreas a liberare insulina o glucagone a seconda della necessità.
Nel caso in cui i livelli di glucosio fossero alti, verrà rilasciata l'insulina, la quale promuove una serie di processi, come la lipogenesi o la glucogenogenesi, che avviano dei meccanismi in grado di eliminare il glucosio, formando glicogeno e lipidi.

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-> Leggi anche l'articolo su "Cosa mangiare a colazione se hai glicemia alta"

Quando il livello di glucosio nel sangue è molto basso o per esempio, quando ci accingiamo a fare una corsetta a digiuno, viene rilasciato in circolo il glucagone, ormone in grado di svolgere delle funzioni prettamente opposte all'insulina. Il glucagone stimola il rilascio di glucosio nel sangue, in modo che il nostro corpo ne abbia in abbondanza da consumare, per esempio, durante l'attività fisica.

Glicemia alta: conseguenze possibili

Può accadere, in alcuni soggetti, che il tasso di glicemia si mantenga sempre alto. Sono davvero tante le possibilità che una condizione cronica di iperglicemia può scatenare.

Tra le principali manifestazioni cliniche possiamo citare l'insulino-resistenza.
In parole povere i recettori per l'insulina diventano incapaci di captarla, sfavorendo quindi la possibilità di abbassare la glicemia.

Questo accade in quanto il corpo non riesce ad assorbire quantità sufficienti di insulina, rispetto alla quantità di glucidi presenti nel sangue.

Se non trattata correttamente, questa condizione può portare a problematiche ben peggiori, come la sindrome metabolica o il diabete mellito.

La Sindrome Metabolica è una condizione caratterizzata dalla presenza di un'insulino-resistenza marcata, un livello di glicemia maggiore di 110 mg/dl a digiuno, una circonferenza addominale maggiore di 102 cmipertensione arteriosa e un livello di HDL (colesterolo buono) inferiore a 50 mg/dl.


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La Sindrome Metabolica non è una patologia di per sé, ma aumenta esponenzialmente la probabilità di sviluppare in futuro problematiche maggiori.
Il diabete mellito è una condizione clinica nella quale il soggetto è incapace di controllare autonomamente il livello di glicemia contenuta nel sangue.

Viene generalmente suddiviso in due tipologie: tipo 1 e tipo 2.

Il Diabete di tipo 2 è secondario a condizioni croniche di insulino-resistenza ed è caratterizzato da un'incapacità dei recettori dell'insulina di captarla e promuovere l'assorbimento del glucosio.
Da ciò risulta quindi fondamentale capire quelli che sono i fattori di rischio principali che aumentano il livello glicemico.

Le cause della glicemia alta

Dopo aver spiegato a grandi linee il fenomeno, cerchiamo di inquadrare quelle che potrebbero essere le cause che portano a livelli di glicemia alta.
Le cause che possono portare all'iperglicemia sono tantissime.

La gravidanza è spesso causa di iperglicemia definita gestazionale, che tende a scomparire nel momento in cui la gravidanza si accinge a cessare.
Anche forti periodi di stress o di disidratazione possono contribuire a mantenere alta la glicemia, a causa di uno sconvolgimento che colpisce il sistema endocrino.

Se, però, dovessimo riscontrare le cause di iperglicemia maggiori, al centro di tutto rientrano il concetto di dieta e attività fisica.

Una dieta sbilanciata e ricca di carboidrati porta automaticamente ad un accumulo di glucosio nel sangue. Questo fenomeno è abbastanza comune nella cultura italiana, tanto che si lamenta sempre una condizione di stanchezza post pranzo, generata proprio da un accumulo eccessivo di carboidrati.

Oltre alla dieta, anche l'attività fisica contribuisce a mantenere in asse il livello di glicemia. Muoversi porta il nostro organismo ad aumentare l'affinità e l'assorbimento del glucosio a livello muscolare, sostenendo il lavoro dell'insulina.

Nei soggetti con una condizione di insulino-resistenza cronica spesso si vengono a combinare fenomeni che riconducono ad uno stile di vita scorretto, caratterizzato da un'insufficiente attività fisica ed una dieta ricca di carboidrati.

Glicemia alta: cosa fare per abbassare la glicemia?

Per poter operare su una condizione di glicemia alta, prima di tutto, bisogna trovare la causa scatenante e su di essa programmare la serie di interventi necessari.

Il trattamento può essere sia farmacologico, che non farmacologico.
Il trattamento farmacologico sfrutta farmaci che aumentano la captazione del glucosio ematico, oppure iniezioni di insulina, effettuate generalmente all'addome, in modo da favorire un assorbimento graduale e a lungo termine.

Il metodo farmacologico è soprattutto la scelta per operare con soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 o di tipo 2.

Per quanto riguarda il trattamento non farmacologico, questo richiama una serie di interventi preventivi, mirati ad escludere che si instauri una causa di iperglicemia.

I campi di intervento sono soprattutto quello della nutrizione e della sedentarietà, cercando di promuovere comportamenti con obbiettivo, il mantenimento della salute del soggetto.

Glicemia alta: cosa mangiare e cosa non mangiare?

Una prima linea di intervento va programmata in funzione della dieta da seguire. Bisogna fare particolare attenzione a cosa mangiare e cosa evitare.
Per quanto riguarda i cibi da evitare, la regola principale è evitare tutti quei cibi ad alto indice glicemico, in quanto provocano un aumento istantaneo della glicemia.

Più precisamente bisogna evitare cibi come la frutta troppo zuccherina, quali uva o banana e i piatti preparati con farina tipo "00" come pane o pasta.

Severamente vietati anche i dolciumi ed in generale l'utilizzo di zuccheri semplici. Prestare attenzione anche alla carne ed evitare le carni troppo grasse, in quanto difficili da digerire e tendenti ad accentuare eventuali condizioni di obesità e problemi di tipo vascolare.

Per quanto riguarda gli alimenti che è concesso mangiare, si fa riferimento a tutti quei cibi a basso indice glicemico. Pasta e pane di origine integrale sono da preferire, così come le carni bianche, notoriamente povere di grassi o il pesce per il medesimo motivo.

Per quanto riguarda la frutta sono da preferire i frutti poco zuccherati, come gli agrumi, i frutti di bosco o le fragole.

I cereali non sono proibiti, ma preferibilmente si consiglia l'assunzione di cereali integrali.

Per quanto riguarda gli zuccheri, sono generalmente vietati, come abbiamo visto, ma la scienza, venendoci in contro, ha permesso di sviluppare dolcificanti senza glucidi, come l'Eritritolo, dotato di un potere dolcificante maggiore del saccarosio, senza zuccheri e facilmente assorbibile dal lume intestinale, scongiurando difetti in fatto di digestione del cibo.

Vi sono infine cibi capaci di intervenire in modo positivo sulla regolazione della glicemia. Tra questi sono annoverati diversi antiossidanti, che sembrerebbero avere un effetto positivo sulla regolazione della glicemia.

Tra i vari cibi citiamo gli asparagi, i semi di lino, la cannella, i broccoli e i mirtilli.
Altre sostanze o erbe sotto studio, ma comunque supportati da diversi dati, sono, il Ginseng Americano, la berberina, il Mirto o il Sambuco.

Quale attività fisica fare per abbassare la glicemia alta?

Anche l'attività fisica gioca un ruolo fondamentale, sia in chiave preventiva, che in chiave di mantenimento di uno stato glicemico equilibrato.

Approcciare uno stile di vita attivo, permette di ridurre l'accumulo di grassi e quindi, scongiurare patologie coronariche o venose.
Oltre questo, l'attività fisica ha un notevole effetto ipoglicemizzante, in quanto promuove la liberazione e l'assorbimento successivo del glucosio a livello muscolare.

Bisogna quindi evitare di stare troppo fermi e dedicare almeno 30/40 minuti al giorno a svolgere un'attività di tipo aerobico anche a basso impatto, come una camminata o ad una corsetta e limitare il fenomeno della glicemia alta.

Per i soggetti diabetici, il discorso è leggermente complicato. Per loro l'esercizio fisico non è precluso, ma la linea di intervento deve essere programmata sulla base della dieta e della terapia farmacologica.

In conclusione, la glicemia alta è un fenomeno che interessa una gran parte della popolazione, soprattutto in quanto caratterizzata da una combinazione di più fattori di rischio, tra i quali la sedentarietà e una dieta eccessivamente ricca di carboidrati, che mettono in pericolo la salute del soggetto contemporaneo.

Approcciare un corretto stile di vita, informandosi sui cibi da evitare e su quelli da assumere, oltre che approcciando un programma di allenamento individualizzato, contribuirà a ridurre tale fenomeno e migliorerà la vostra qualità della vita. 
Scritto da Alessandro Rivale 0 commento

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